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Perché il fumo di sigaretta impedisce una buona chirurgia plastica?

Fumo e bellezza sono due aspetti che non vanno d'accordo. E’ ben noto che il fumo di sigaretta comporta una riduzione delle fibre elastiche di tutto l’organismo e di conseguenza anche della pelle con la progressiva riduzione del grado di elasticità, tono ed idratazione.

In interventi di chirurgia plastica dove la vascolarizzazione rappresenta l’elemento fondamentale per la riuscita dell’intervento come il lipofilling, l'addominoplastica, il lifting viso e la mastopessi potrebbe essere richiesto da parte del chirurgo plastico di sospendere il fumo almeno per 45 giorni prima dell’intervento e per 60 giorni dopo l’intervento.

Il fumo di sigaretta agisce sui piccoli vasi (detti capillari) facendo restringere il calibro di questiultimi, la nicotina in particolare, se assunta ad alte dosi può diminuire il calibro dei capillari di quasi il 50%.

Il fumo agisce, anche, sui fibroblasti, cellule che hanno un ruolo fondamentale nella riparazione e nel rimodellamento tissutale, queste, infatti hanno il compito di formare il collagene. Il fumo ne comporta dei cambiamenti strutturali tali che impedisce loro di portarsi verso le ferite per “ripararle”. Dunque i fibroblasti non si portano al centro delle ferite, restano ai bordi di queste dando vita ad un inspessimento delle cicatrici che diventano così antiestetiche e spesso fastidiose. Questo è uno dei motivi per i quali i chirurghi estetici non amano molto operare i fumatori dato il rischio di una cattiva cicatrizzazione..

Inoltre la nicotina pare agire sui meccanismi di infiammazione velocizzando e favorendo la coagulazione e quindi portare alla formazione di coaguli, perciò è stato dimostrato che il fumo è un fattore di rischio favorente l’embolia, cioè quel fenomeno per cui un coagulo migri da una regione corporea (solitamente le gambe) alla circolazione polmonare con complicazioni molto gravi.

Ultimo aspetto che non deve assolutamente essere sottovalutato è il fattore di rischio di contrarre infezioni. Un paziente che fuma deve essere informato molto bene poiché ha una maggiore possibilità di contrarre infezioni, durante e dopo un intervento chirurgico, rispetto ad un non fumatore.

In alcuni studi condotti in pazienti sottoposti a chirurgia è stato dimostrato che sono sufficienti tre o quattro settimane di astinenza dal fumo di sigaretta prima dell’intervento chirurgico per ridurre il tasso di complicazione di circa il 20 per cento.

E le sigarette elettroniche?

Quello che emerge da un nuovo studio è che anche il cosiddetto "svapo" impedisce alle ferite di guarire, soprattutto nel post-operatorio. Per questa ragione, il consiglio dei medici a chi si deve sottoporre a un intervento programmato è quello di smettere di svapare almeno un mese prima, anche per operazioni di chirurgia plastica. Questi dispositivi, secondo ricercatori dell'Università di Boston, ostacolano il processo che porta i lembi della pelle a unirsi.

Conclusioni. Secondo i dati raccolti, dunque, fumare e svapare ha lo stesso effetto negativo sulla guarigione delle ferite e per questo il consiglio è quello di smettere di utilizzare entrambi i prodotti in caso di intervento chirurgico programmato.

Immagine di Kaunas, Lituania, con in vista il fiume e il centro storico

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