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Fecondazione assistita, l'Assisted Hatching aiuta?

Spesso assistiamo a casi di infertilità senza una causa apparente dove entrambi non soffrono di nessuna patologia che impedisca la gravidanza con metodi naturali. In queste circostanze è importante studiare l’embrione fecondato.

L'ovocita e l’embrione che da esso si sviluppa sono contenuti in una sorta di guscio proteico noto come zona pellucida. Le funzioni della zona pellucida sono molteplici:

• Impedisce la polispermia (penetrazione nell’ovocita da parte di altri spermatozoi).

• Facilita il trasporto attraverso le tube degli ovociti fecondati.

• Impedisce la dispersione dei blastomeri (cellule di divisione degli embrioni).

• Protegge l’embrione in via di sviluppo dal contatto con gli elementi cellulari che possono minarne l’integrità fino a quando non sia avvenuta la compattazione dei blastomeri.

Al momento dell’impianto in utero, l’embrione trasformato in blastocisti, letteralmente sguscia (“hatches” in inglese)dalla zona pellucida attraverso una stretta apertura. È fondamentale che la blastocisti vada a rompere il rivestimento che la protegge al fine di interagire con l’endometrio, impiantarsi e portare allo sviluppo del feto.

Tale processo viene detto “hatching”.In assenza dell’evento è probabile che parte dell’interazione tra embrione e endometrio venga meno e che conseguentemente l’impianto risulti problematico o impossibile.

Da tempo si ipotizza che il processo di fuoriuscita dell’embrione dalla zona pellucida a volte possa essere compromesso da vari fattori, quali per esempio anomalie qualitative e strutturali della zona pellucida (per esempio, eccessivo spessore) o incapacità dell’embrione di creare un’apertura nella parete dell’involucro.

L’ hatching assistito (Assisted Hatching) è un procedimento che prevede di praticare un foro nella zona pellucida, per facilitare l'operazione nei casi in cui tale processo è compromesso.

Esistono varie tecniche per effettuare l’assisted hatching:

a. Assisted hatching con micromanipolazione meccanica. Attraverso dei “microtools” (“microstrumenti” utilizzati tramite un sistema di micromanipolazione connesso a un microscopio) viene eseguita una fessurazione a forma di “V” della zona pellucida.

b. Assisted hatching con micromanipolazione con soluzione acida. In maniera controllata, la zona pellucida è esposta a un flusso di una soluzione a pH acido, in modo da corrodere del tutto o parte dello spessore dell’involucro in un’area circoscritta dell’involucro.

c. Assisted hatching con micromanipolazione laser. Tramite un raggio laser il cui fuoco si concentra su un’area di pochi m2, si crea un assottigliamento o un’apertura in un’area  limitata della zona pellucida.

Indipendentemente dalla tecnica di applicata, viene spesso eseguita in terza giornata quando l’embrione è idealmente allo stadio di 8 cellule.

E' consigliata nel caso di donne di età superiore a 37 anni che si sottopongono a cicli di FIVET omologhe; donne con ridotta riserva ovarica, dopo ripetuti cicli di fecondazione in cui gli embrioni presentano scarsa qualità o dopo tre o più transferts embrionali falliti.

Inutile dire che l’assisted hatching deve essere eseguito da biologi qualificati ed esperti, per assicurare che l’embrione non sia danneggiato durante la micromanipolazione.

Per i professionisti della Clinica di Fecondazione Assistita in Ucraina con cui collaboriamo, questa procedura è uno strumento fondamentale per evitare l’errore di dover ripetere diversi cicli di fecondazione in vitro o trattamenti con ovuli congelati.

Immagine di Kaunas, Lituania, con in vista il fiume e il centro storico

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