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Endometriosi: un ostacolo al concepimento

L'endometriosi è un disturbo caratterizzato dalla presenza e proliferazione di tessuto endometriale - quello che di norma riveste l'interno dell'utero - in sedi diverse dall'utero stesso. Questo tessuto può localizzarsi nelle ovaie, dove produce cisti, all'interno della parete muscolare dell'utero (adenomiosi) o di quella della vescica, sulla parete dell'intestino. Le localizzazioni extrauterine dell' endometrio prendono il nome di lesioni dell'endometriosi.

Circa il 70-80% delle donne con endometriosi presenta caratteristici dolori cronici.

I principali sintomi sono caratterizzati da dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale (dismenorrea) e nel periodo dell’ovulazione, insieme a dolori pelvici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica.

Solo in una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica.

La diagnosi è spesso difficile e lunga. La molteplicità delle sue manifestazioni è uno dei motivi per i quali spesso l’endometriosi viene scoperta solo dopo anni.

Rapporto tra endometriosi ed infertilità

Tra endometriosi e infertilità c'è un rapporto diretto, perché la malattia può determinare la formazione di aderenze, ostruzioni e alterazioni anatomiche che impediscono fisicamente l'incontro tra ovulo e spermatozoi o l'impianto dell'embrione.

In altri casi l'associazione non è così chiara ed è probabile che siano coinvolti fattori immunitari o vascolari, che in qualche modo ostacolano la funzionalità ovarica o l'instaurarsi di una gravidanza.

Si stima che il 30-40% delle donne infertili soffra di endometriosi. I meccanismi alla base del rapporto tra endometriosi e infertilità sono principalmente di due tipi: può esserci una causa anatomica, se a causa delle lesioni gli organi genitali formano delle aderenze che rendono i processi riproduttivi più difficoltosi.

Oppure può esserci una causa più molecolare, legata al fatto che lo stato di infiammazione cronica compromette la normale comunicazione chimica tra ovociti, spermatozoi e tube di Falloppio, una comunicazione fondamentale per il buon esito della fecondazione.

Purtroppo non esiste una cura definitiva, ma si possono soltanto curare i sintomi. Innanzitutto si può intervenire con una terapia farmacologica, magari a base di pillola anticoncezionale che, riducendo significativamente il sanguinamento mestruale, rallenta molto l'endometriosi. Inoltre di recente sono stati introdotti farmaci specifici per questa malattia a base di progestinici, che inibiscono le modificazioni endometriali senza alterare la normale funzionalità ormonale ovarica.

A chi rivolgersi?

In genere per una diagnosi iniziale basta andare dal proprio ginecologo, ma se il quadro diagnostico è poco chiaro è opportuno recarsi in centri dedicati, che seguono precisi protocolli dove vari specialisti in team individuano gli esami più appropriati a seconda delle sede coinvolta. Dopo la corretta diagnosi, si deciderà quale percorso seguire.

In virtù delle molteplici e possibili manifestazioni dell’endometriosi e del principio della personalizzazione della terapia, devono essere presi in considerazione diversi fattori, tra i quali l’età della donna, la sua riserva ovarica, ulteriori fattori coesistenti alla malattia favorenti l’infertilità e la sua durata. L’induzione di una super ovulazione e l’inseminazione intrauterina rappresentano due modalità di trattamento idonee per la cura dell’infertilità connessa all’endometriosi; tuttavia, la fecondazione in vitro è considerata oggi il trattamento di maggiore efficacia.

In ogni caso è opportuno rivolgersi ad un centro specialistico per infertilità dove un team di esperti potrà gestire la patologia con l’applicazione di precisi protocolli adattati al singolo caso clinico.

Immagine di Kaunas, Lituania, con in vista il fiume e il centro storico

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